Il Benessere

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Il Benessere

Il concetto di benessere nel corso degli anni ha subito numerose modifiche e ampliamenti, che hanno condotto ad una visione del termine più ampia e completa, non più incentrata sull’idea di assenza di patologie, ma come uno stato complessivo di buona salute fisica, psichica e mentale. Questa visione è punto cardine di molte discipline e correnti di pensiero filosofico, occidentali e orientali, con recenti conferme in campo medico-scientifico. Comunemente il benessere viene percepito come una condizione armonica tra uomo e ambiente, risultato di un processo di adattamento a molteplici fattori che incidono sullo stile di vita.

 

Anche nel rapporto della Commissione Salute dell’Osservatorio europeo su sistemi e politiche per la salute[1] (a cui partecipa il distaccamento europeo dell’OMS) è stata proposta definizione di benessere come “lo stato emotivo, mentale, fisico, sociale e spirituale di ben-essere che consente alle persone di raggiungere e mantenere il loro potenziale personale nella società”. Come si legge nel Rapporto, tutti e cinque gli aspetti sono importanti, ma ancora più importante è che questi siano tra loro equilibrati per consentire agli individui di migliorare il loro benessere.

La sicurezza e qualità alimentare concorrono entrambe alla costituzione del concetto più generale di benessere. La rapida modernizzazione dei processi di produzione alimentare, nonché l’impiego di nuovi coadiuvanti tecnologici, additivi ha reso necessario operare in questo settore per elevare il grado di tutela della salute e degli interessi dei consumatori, prevenendo le patologie legate all’assunzione di alimenti contaminati. Fondamentali sono i concetti introdotti dal Regolamento CE 178/02 “Pacchetto Igiene” in campo alimentare, quali una maggiore armonizzazione delle leggi tra i vari stati e le loro applicazioni, il concetto di Haccp, rintracciabilità e tracciabilità dei prodotti, maggiore coinvolgimento e responsabilizzazione delle parti coinvolte nel processo produttivo, l’istituzione dell’Autorità Europea sulla sicurezza alimentare, formazione ed educazione dei consumatori al fine di instaurare un rapporto di dialogo-fiducia con le aziende, valorizzando le entità produttive conformi alle norme vigenti. Sono molte in Italia le associazioni e gli enti che si occupano di segnalare l’eventuale presenza di sostanze tossiche e/o nocive negli alimenti e nei prodotti utilizzati per l’igiene e la cura della persona. 

 

I principali fattori di rischio legati all’assunzione di alimenti contaminati sono legati alla trasmissione di malattie infettive causate dalla presenza di microrganismi patogeni e dalle tossine da loro prodotte, metalli pesanti, residui di sostanze tossiche, prodotti fitosanitari. Secondo una visione più ampia, il Benessere Alimentare si consegue rispettando l’interazione tra sicurezza-qualità-tipicità dei prodotti.

Il Metabolismo

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il Metabolismo

Il Metabolismo Basale (M.B.) rappresenta la quantità di energia necessaria per le funzioni metaboliche vitali di un organismo vivente sveglio, a riposo ed a digiuno.

In parole più semplici è la quantità minima di energia utile per le funzioni vitali del nostro corpo, e la sua unità di misura e la Kilocaloria (Kcal).

Rappresenta il 60-70 % del nostro Fabbisogno calorico Totale il quale invece si ottiene dalla somma di alcune componenti:

  • Metabolismo basale (MB) 60-70%
  • Attività fisica (oltre l eventuale sport questa quota comprende tutte le normali attività quotidiane come camminare, lavorare, ecc.)20-30 %        
  • TID (termogenesi indotta dagli alimenti, cioè quota di energia che il corpo consuma quando ingerisce cibo e si attivano tutti i processi digestivi ecc) 10%

In generale il MB è più alto negli uomini rispetto alle donne e diminuisce con l’avanzare dell’età, rallentamento che può essere contrastato da una storia personale di adeguata attività fisica. E’ influenzato da una serie di fattori:

  • Genetica: gli uomini nascono con un determinato metabolismo che può essere più veloce o più lento
  • Alimentazione: il metabolismo può rallentare anche del 20 % in condizioni di digiuno o di stati nutrizionali alterati
  • Dimensioni corporee e composizione corporea: il MB aumenta in termini assoluti all’aumentare della superfice corporea del soggetto. Quindi soggetti molto alti e con una struttura più grande , anche dal punto di vista muscolare, avranno un metabolismo generalmente più alto di soggetti bassi di statura e minuti di struttura o con masse muscolari più piccole. Il muscolo è un tessuto metabolicamente molto attivo, ed ogni Kg di massa muscolare acquisito innalza il metabolismo del 1,5%. Proprio per questo anche l’attività fisica agonistica o intensa e costante nel tempo può giovare al metabolismo basale.
  • Temperatura esterna e clima: se diminuisce si verifica un aumento del MB. Per esempio le presone che abitano in paesi dove il clima è molto rigido tendono ad avere metabolismi basali più alti.
  • Allattamento: in questa particolare condizione il MB aumenta di circa il 6%.
  • Gravidanza: il MB rimane stabile nei primi tre mesi per poi salire di un 8% al 5 mese e del 15-22% nell’ultimo trimestre di gestazione.
  • Età: il metabolismo è più alto nellinfanzia e rimane stabile fino alla prima età adulta per poi iniziare a diminuire dopo i 30 anni e dopo i 60 anni scende di un 8% ogni decade.
  • Sesso: masse muscolari più grandi generalmente presenti nei soggetti di sesso maschile li portano ad avere MB più elevati rispetto alle donne.

 

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La dieta mediterranea

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La dieta mediterranea

La dieta mediterranea è un modello nutrizionale ispirato ai modelli alimentari diffusi in alcuni Paesi del bacino mediterraneo, ispirato alle abitudini alimentari di Spagna, Italia e Grecia negli anni ’60.


La dieta venne riconosciuta dall’UNESCO come bene protetto e inserito nella lista dei patrimoni orali e immateriali dell’umanità nel 2010.

Il regime alimentare si fonda su alimenti il cui consumo è abituale in Paesi del bacino mediterraneo, in una proporzione che privilegia cereali, frutta, verdura, semi, olio di oliva, rispetto ad un più raro uso di carni rosse e grassi animali (grassi saturi), mentre presenta un consumo moderato di pesce, carne bianca (pollame), legumi, uova, latticini, vino rosso, dolci.


La dieta mediterranea è associata a una riduzione della mortalità per tutte le cause negli studi osservazionali.

La dieta mediterranea può aiutare con la perdita di peso nelle persone obese.

Con il termine Dieta mediterranea si intende un modello nutrizionale ispirato alla tipica alimentazione delle popolazioni di Italia meridionale Grecia e Spagna. La scelta di questa area geografica e di questo periodo storico si basa su alcune evidenze scientifiche ed epidemiologiche.

Infatti i paesi che si affacciano sul bacino mediterraneo condividono tradizionalmente la disponibilità degli stessi alimenti, derivati dall’agricoltura, dalla pastorizia e dalla pesca. Inoltre alcuni studi, ampiamente accettati dalla comunità scientifica, hanno provato che in queste aree geografiche, nei primi anni sessanta, l’aspettativa di vita era tra le più alte del mondo; al contrario l’incidenza di malattie come la cardiopatia ischemica, alcuni tumori e altre malattie croniche correlate alla dieta era invece tra le più basse del mondo; questo avveniva nonostante l’elevata abitudine al fumo, il livello socio-economico basso e la scarsità di assistenza sanitaria in quei luoghi e in quel contesto storico.

In numerosi altri studi condotti in contesti geografici ed economici differenti, utilizzando una dieta con le stesse caratteristiche, è stata osservata ugualmente una minore frequenza di malattie croniche e una maggiore longevità.

La dieta mediterranea è una tra le più utilizzate e salutari. È significativo che la dieta mediterranea sia diffusa nelle aree che si affacciano sul mar Mediterraneo dove tradizionalmente vengono coltivati gli olivi, tanto che un’altra definizione accettata di questo pattern alimentare fa riferimento alla dieta praticata nelle zone mediterranee di crescita degli ulivi.

Esistono varianti della dieta mediterranea, meno definite e meno studiate, in altre parti dell’Italia e della Francia, in Libano, Marocco, Portogallo, Spagna, Siria, Tunisia, Turchia ecc. Infatti sul bacino mediterraneo si affacciano sedici nazioni: la dieta e le tradizioni gastronomiche di esse variano ampiamente a causa di differenze etniche, culturali, religiose, economiche e di produzione agricola.